Misure del benessere equo e sostenibile dei territori

Pubblicato per la prima volta dall’Istat un sistema di indicatori del benessere nelle province e città metropolitane italiane, primo risultato del progetto “Misure del benessere equo e sostenibile dei territori”. Il progetto, avviato per costruire e alimentare regolarmente un sistema di indicatori utili a soddisfare la domanda di informazione statistica territoriale, è un importante evoluzione del progetto Urbes.

Nel 2012, il Comune di Bologna e Laboratorio Urbano (Centro di documentazione, ricerca e proposta sulle città), con la collaborazione e il coordinamento dell’Istat, hanno avviato il progetto Urbes con lo scopo di individuare e implementare indicatori di Benessere Equo e Sostenibile, applicando a livello locale la metodologia elaborata dall’Istat e dal Cnel (Bes).


Lo sviluppo del Progetto Urbes si è snodato attraverso la produzione di due Rapporti (2013 e 2015), con un crescente numero di comuni coinvolti (da 15 a 29) e di indicatori (da 25 a 64). I Rapporti, realizzati con il coordinamento dell’Istat, sono stati incentrati prevalentemente sui report personalizzati predisposti per ogni comune partecipante. Il significativo apporto dei comuni, realizzato nella maggior parte dei casi dagli uffici di statistica, ha riguardato in particolare la costruzione/condivisione del set informativo, il commento dei dati, più alcuni contributi originali proposti dai singoli enti: in termini di indicatori aggiuntivi ricavati dal proprio patrimonio informativo nel Rapporto 2013, di focus tematici attinenti a misure del benessere e politiche urbane in quello 2015. Ai comuni è spettata inoltre la diffusione a livello locale, realizzata attraverso pagine web dedicate ed eventi di presentazione. Il progetto Urbes ha infatti trovato impulso dalla convinzione che un sistema condiviso di misurazione del benessere legato al territorio e costruito insieme ai cittadini potesse contribuire non solo a una migliore conoscenza del territorio stesso, dei suoi punti di forza e di debolezza, ma anche e soprattutto al miglioramento delle politiche pubbliche e della loro valutazione.


A Bologna sono stati somministrati questionari sull’importanza relativa delle dodici dimensioni di benessere elaborate dall’Istat in diverse realtà cittadine che hanno comportato il coinvolgimento di circa 6.000 persone. I risultati sono stati elaborati per singole categorie di rispondenti (i relativi report sono consultabile nella sezione Documenti del sito).


Un’importante prospettiva di integrazione del progetto Urbes alla politica locale bolognese è stata la stretta connessione sia al "Piano strategico – Ciclo della performance", per il contributo innovativo alla misurazione degli outcome dell'azione amministrativa, sia al Bilancio di genere, in quanto l'operato del Comune ha ricadute diverse, dirette o indirette, sul benessere della popolazione femminile e maschile.


Negli ultimi tempi Istat ha raccolto la sfida di riuscire a fare di Urbes e di altri progetti promossi a livello locale, basati sul paradigma del Bes, degli strumenti cardine del funzionamento delle istituzioni territoriali, in quanto quadro di riferimento concettuale unitario e sistematico al fine di rafforzare il dialogo tra amministratori e cittadini e di promuovere una rendicontazione periodica sullo stato della città e delle province da parte degli amministratori.


Con l’attivazione di un nucleo misto Istat/Comuni, si è inteso costruire una prima proposta operativa in tal senso, con un approccio partecipato alla individuazione e selezione degli indicatori, nella prospettiva dell’interlocuzione con gli amministratori per l’utilizzo degli indicatori di Urbes nei processi di programmazione e valutazione delle politiche urbane. Tale processo ha portato nel 2018 alla pubblicazione da parte dell’Istat di un sistema di indicatori del Benessere equo e sostenibile nelle province e città metropolitane italiane. Si è trattato del primo risultato del progetto “Misure del benessere equo e sostenibile dei territori” avviato per costruire e alimentare regolarmente un sistema di indicatori utili a soddisfare la domanda di informazione statistica territoriale, coerenti e integrati con il framework Bes adottato a livello nazionale. Gli indicatori statistici, in tutto 61, sono articolati in 11 domini: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività (prima denominato Ricerca e innovazione); Qualità dei servizi. Rispetto al Rapporto Bes a livello nazionale, composto da 12 domini, non è considerato il Benessere soggettivo, per la mancanza di fonti di adeguata qualità statistica mentre diverse componenti del benessere sono descritte per mezzo di misure ulteriori.

Bes: Rapporto sul benessere equo e sostenibile 2018

L’Istat ha presentato oggi la sesta edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile.

L’attenzione alle misure del benessere accomuna l’Italia ad altri paesi europei che hanno investito in sistemi di monitoraggio statistico della qualità della vita che possano essere di complemento a quelli focalizzati sulla crescita economica.

Il Rapporto offre una lettura del benessere nelle sue diverse dimensioni, ponendo particolare attenzione agli aspetti territoriali. Gli indicatori del Bes, in tutto 130, sono articolati come di consueto in 12 domini: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.

Questa edizione si caratterizza per un insieme di novità. In particolare, si presentano i risultati dell’indagine qualitativa svolta presso le famiglie nel 2018, volta a misurare l’importanza attribuita a ciascuno dei 12 domini del Bes nella percezione individuale del benessere. Si propone anche una estensione dell’approccio utilizzato per misurare l’evoluzione dei diversi domini del benessere in forma sintetica. La consueta lettura degli andamenti realizzata attraverso gli indici compositi viene integrata con una valutazione complessiva delle variazioni registrate negli indicatori, in modo da ottenere prime e immediate misure di sintesi, facilmente scalabili tra i domini. Anche le analisi territoriali vengono estese considerando misure di performance basate sulla distribuzione degli indicatori a livello regionale e fornendo, come nello scorso Rapporto, una rappresentazione sintetica degli andamenti degli indici compositi calcolati per ogni dominio. Infine è stata introdotta una sezione dedicata agli approfondimenti tematici, con l’obiettivo di presentare di volta in volta letture integrate sui domini del benessere.

Consulta il Rapporto BES 2018

Per tutti i dettagli consulta il sito istat.

Il benessere equo e sostenibile in Emilia-Romagna

Pubblicato lo studio su Il benessere equo e sostenibile in Emilia-Romagna nel quale la nostra regione viene messa a confronto temporale con l'Italia rispetto alle dimensioni del Bes (Benessere Equo e Sostenibile). La comparazione avviene sulla base dei principali indicatori utilizzati nella quinta edizione del Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes 2017) in parte aggiornato al primo semestre 2018.

Il Bes viene redatto a cura dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) e offre un quadro integrato dei principali fenomeni sociali, economici e ambientali che hanno caratterizzato l'evoluzione del nostro Paese negli anni recenti. A partire dall’edizione 2015 il rapporto Bes propone anche delle misure sintetiche dell’andamento complessivo dei diversi domini. Queste consentono l’aggregazione dei singoli indicatori che compongono un dominio in un unico valore. La sintesi è utile per rendere più agevoli il confronto e l’analisi dei fenomeni osservati, rimandando ai singoli indicatori per ulteriori approfondimenti.

L’utilizzo e l’analisi congiunta di indicatori sintetici e set di indicatori sono un forte supporto al dibattito pubblico, e per questa ragione nella presente edizione vengono approfonditi anche gli indici compositi utilizzati nel rapporto Bes 2017, per la prima volta relativamente a tutti e dodici i domini. Nella sua continuità il Bes aspira a diventare un punto di riferimento per i cittadini e le cittadine, per la società civile, i media e la politica, al fine di avere un quadro complessivo dei principali fenomeni sociali, economici e ambientali che caratterizzano il nostro Paese.

Dal 2016, agli indicatori e alle analisi sul benessere si affiancano gli indicatori per il monitoraggio degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Essa definisce 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, i Sustainable Development Goals, SDGs, e  rappresenta un piano ambizioso per eliminare la povertà e proseguire a livello planetario un percorso di sviluppo economico e sociale che assicuri il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità di soddisfare quelli delle generazioni future, promuovendo il benessere delle persone, l’equa distribuzione dei benefici dello sviluppo e la protezione dell’ambiente su scala globale.

A completamento di questo studio si riporta il confronto territoriale tra Italia (sia per il territorio nazionale sia, laddove possibile, per le principali aree geografiche) ed Emilia-Romagna relativamente agli indicatori del primo Rapporto sugli SDGs, prodotto dall’Istat nel 2018, declinati per regione e riferiti a ciascuno dei 17 obiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile (con esclusione dell’obiettivo n. 13 per il quale non sono presenti indicatori regionali). E’ possibile consultare il file relativo al link:

benessere/bes_er_ed2018_alleg.xlsx

Qualità della vita a Bologna e nell’area metropolitana

La qualità della vita nel Comune di Bologna e nell’area metropolitana è alta: più alta rispetto a quindici anni fa. Nove persone su dieci danno un voto dal 6 in su al territorio in cui vivono e a portare in alto la qualità della vita sono i servizi. Sul fronte delle preoccupazioni, la situazione non è cambiata rispetto al 2003: al primo posto c’era e c’è ancora il lavoro. Sono i due risultati principali di un’indagine demoscopica svolta dall’ufficio Studi della Città Metropolitana e da quello di statistica del Comune di Bologna sulla qualità della vita e del benessere equo e sostenibile. L’obiettivo è di avere indicatori anche di natura soggettiva da affiancare a quelli individuati dall’Istat e dal Cnel nell’ambito del progetto Bes (Benessere Equo e Sostenibile). 

Tutti i dettagli nello studio.

La qualità della vita a Bologna dal 1998 a oggi

A poche settimane dalla pubblicazione della classifica annuale del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane, l'Area Programmazione, Controlli e Statistica del Comune di Bologna ha provveduto ad aggiornare lo studio sulla performance ottenuta da Bologna, messa a confronto con le 21 maggiori province italiane, nel ventennio 1998-2017. A tale scopo è stata operata una sintesi riassumendo in un unico indicatore i risultati delle classifiche annuali, consentendo così un più corretto confronto tra ambiti territoriali più simili tra loro per dimensione demografica e non solo.
Sulla base dei piazzamenti riportati tra il 1998 e il 2017 Bologna risulta essere la prima grande provincia italiana nella classifica generale. Negli ultimi 20 anni ha infatti totalizzato 12 primi posti, scendendo due volte al secondo posto, cinque al terzo e una sola volta al quarto.
Lo studio evidenzia inoltre il piazzamento di Bologna in ciascuna delle sei aree tematiche. La nostra provincia è seconda in ben tre aree tematiche: “Ricchezza e consumi”, preceduta da Milano, in “Lavoro e innovazione”, seguendo Vicenza, in “Cultura e tempo libero”, collocandosi dopo Firenze; è terza nell’area tematica “Ambiente e servizi” dopo Varese e Bergamo e nona in “Demografia e società”, area nella quale si piazzano ai primi posti Treviso, Brescia e Roma a pari merito con Verona. In tema di “Giustizia e sicurezza” Bologna è all’ultimo posto, a brevissima distanza da Torino e non lontana da Milano e Roma, mentre sul podio delle prime tre province classificate troviamo Treviso, Vicenza e Lecce.
In questa edizione dello studio vengono presentate anche le classifiche relative ai quattro quinquenni (1998-2002, 2003-2007, 2008-2012, 2013-2017) che consentono di osservare come Bologna, pur ottenendo il primo posto nella classifica generale 1998-2017, abbia avuto periodi nei quali ha ceduto questo primato a Milano, pur rimanendo saldamente ancorata al podio delle prime tre classificate.
L’ormai consolidata indagine annuale del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane utilizza numerosi indicatori, peraltro soggetti a variazione di anno in anno, che accomunano l’ambito di indagine del quotidiano economico a quello del progetto nazionale "BES - benessere equo e sostenibile"(www.misuredelbenessere.it/), primo tentativo italiano di sviluppare attraverso una prospettiva multidimensionale un sistema di misurazione del benessere.