La qualità della vita a Bologna dal 1998 a oggi

All'indomani della pubblicazione della classifica annuale del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle 107 province italiane, il Dipartimento Programmazione del Comune di Bologna ha provveduto ad aggiornare lo studio sulla posizione ottenuta da Bologna nel lungo periodo, dal 1998 a oggi.

L’indagine del quotidiano economico, peraltro, pone a confronto territori spesso assai dissimili tra loro e risente, di anno in anno, di andamenti contingenti che non sempre permettono di comprendere le tendenze di fondo delle varie province esaminate. Allo scopo di fare emergere la performance di Bologna nel confronto tra le 21 grandi province con popolazione superiore a 800.000 abitanti nel medio/lungo periodo, il Dipartimento Programmazione del Comune di Bologna ha operato una sintesi riassumendo in un unico indicatore i risultati delle classifiche annuali consentendo un più corretto confronto tra ambiti territoriali più simili tra loro per dimensione demografica e non solo.

Sulla base dei piazzamenti riportati tra il 1998 e il 2014 Bologna risulta essere la prima grande provincia italiana nella classifica generale. Negli ultimi 17 anni ha infatti totalizzato 12 primi posti, scendendo due volte al secondo e al terzo posto e una sola volta al quarto.
Lo studio evidenzia inoltre il piazzamento di Bologna in ciascuna delle sei aree tematiche. La nostra provincia è seconda in ben tre aree tematiche: in “Affari e lavoro”, preceduta da Vicenza, nel “Tempo libero”, collocandosi dopo Firenze, e per “Tenore di vita”, seguendo a ruota Milano. Bologna è quarta nell’area “Servizi, ambiente e salute” dopo Varese, Bergamo e Genova e decima per la “Popolazione”, area nella quale si piazzano ai primi posti Treviso, Brescia e Roma. In tema di “Ordine pubblico” Bologna è al penultimo posto, seguita da Torino, mentre ai primi posti di questa area troviamo Treviso, Lecce e Vicenza.

L’ormai consolidata classifica annuale del Sole 24 Ore utilizza numerosi indicatori che accomunano l’ambito di indagine del quotidiano economico a quello recentemente sviluppato dall’Istat e dal Cnel nell’ambito delle analisi sul benessere equo e sostenibile (BES) e a quello del progetto UrBES, la declinazione del BES in ambito urbano metropolitano.

Rapporto Bes 2014 - Il benessere equo e sostenibile in Italia

Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) e l’Istituto nazionale di statistica (Istat) hanno presentato la seconda edizione del “Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes 2014)” che riprende l’analisi degli elementi fondanti del benessere e del progresso in Italia e nei suoi territori.
Nella sua continuità, il Bes aspira a diventare un punto di riferimento per i cittadini, la società civile, i media e la politica al fine di avere un quadro complessivo dei principali fenomeni sociali, economici e ambientali che caratterizzano il nostro Paese.
Dalla pubblicazione del primo rapporto a oggi, la base informativa del Bes è stata consolidata e sono stati resi disponibili indicatori non presenti nel precedente rapporto o presenti in modo parziale.
Il rapporto Bes2014 si basa sull’analisi dei 12 domini del benessere in Italia attraverso 134 indicatori. Ogni capitolo propone una lettura dei fenomeni nel tempo e nei diversi territori del Paese e, ove possibile, anche nel confronto con gli altri paesi europei. Inoltre, in maniera sistematica, si guarda alle differenze esistenti per quanto riguarda il genere, l’età e il territorio. I dati utilizzati, provenienti da numerose fonti, in alcuni casi consentono un‘analisi della evoluzione degli indicatori fino ai primi mesi di quest’anno, in altri casi fotografano la situazione al 2013 o talvolta anche a date precedenti, a seconda della metodologia di raccolta. Dominio per dominio la ricchezza delle informazioni consente un esame dei mutamenti della qualità della vita in Italia vista da 12 punti di vista differenti. All’analisi per dominio si affianca una sintetica introduzione al rapporto che cerca di sintetizzare le tendenze del benessere dei cittadini attraverso questi anni di crisi economica proponendo una narrazione cronologica di come si è evoluta la società e di come è cambiata la qualità della vita nei dieci anni dal 2004 a oggi.
Il quadro che ne emerge mostra luci ed ombre, tendenze positive di lungo periodo meno condizionate dalla congiuntura e aspetti profondamente segnati dal ciclo come il lavoro e la condizione economica delle famiglie.
L’obiettivo del “Rapporto Bes” è di rendere il Paese maggiormente conscio dei propri punti di forza e delle difficoltà da superare per migliorare la qualità della vita dei cittadini ponendo tale concetto alla base delle politiche pubbliche e delle scelte individuali.

Consulta il Rapporto completo 2014 e la Sintesi.

Tutti i dettagli sono disponibili al link sul sito dell'Istat: http://www.istat.it/it/archivio/126613

 

E' tempo di lasciarsi il PIL alle spalle

Questo è il titolo dell'articolo comparso sulla rivista ambientale Nature che descrive la road map, delineata da un gruppo di esperti, per superare il PIL come unità di misura del benessere dei paesi. Il team di studiosi, guidato dall'economista ambientale statunitense Robert Costanza, vede tra gli altri anche il nostro Ministro del lavoro ed ex Presidente dell'Istat Enrico Giovannini. Scopo dello studio è quello di contribuire a costruire sistemi di indicatori condivisi in grado di cogliere la multi-dimensionalità del benessere e di superare le incongruenze di una misura che conteggia esclusivamente le transazioni di beni e servizi di mercato.

Testo integrale dell'articolo (in inglese)
Commento riportato dal quotidiano online "Controlacrisi"

Quale è la misura giusta delle nostre vite? Le risposte degli studenti e delle studentesse bolognesi

Consultati quasi mille studenti e studentesse degli istituti scolastici superiori di Bologna sulle misure del benessere. Alla rilevazione hanno partecipato quattro scuole: l’Istituto Belluzzi Fioravanti, il Liceo Scientifico Statale Enrico Fermi, il Liceo Classico Statale Marco Minghetti e l’Istituto Tecnico Commerciale Statale Rosa Luxemburg. Al questionario hanno risposto complessivamente, nei primi tre mesi del 2014,  984  studenti e studentesse.
Anche per questi ultimi, così come per le altre quasi 5.000 persone che hanno risposto al questionario UrBes, la Salute viene ritenuta la più importante tra le dimensioni del benessere, mentre al secondo troviamo l'Istruzione e Formazione e al terzo la Sicurezza. La presenza tra i primi posti del tema della Sicurezza caratterizza l'indagine condotta tra gli studenti rispetto agli altri intervistati, appartenenti prevalentemente a categorie di lavoratori e lavoratrici adulti.

Alleghiamo i risultati:

Scuole Presentazione Dati Urbes

Bellluzzi Fioravanti Presentazione Dati Urbes

Fermi Presentazione Dati Urbes

Luxemburg Presentazione Dati Urbes

Minghetti Presentazione Dati Urbes

La qualità della vita a Bologna dal 1998 a oggi

All'indomani della pubblicazione della classifica annuale del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle 107 province italiane, il Dipartimento Programmazione del Comune di Bologna ha provveduto ad aggiornare lo studio effettuato lo scorso anno sulla posizione ottenuta da Bologna nel lungo periodo, dal 1998 a oggi.

Nella graduatoria delle 107 province italiane, stilata a cura del quotidiano economico per il 2013, Bologna conquista il terzo posto dopo Trento e Bolzano, guadagnando ben sette posizioni rispetto al 2012 e confermandosi al vertice tra le province di area metropolitana. La classifica è stata ottenuta sulla base di 36 parametri, raggruppati in sei macro-aree: Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi ambiente e salute, Popolazione, Ordine pubblico e Tempo libero. Le posizioni relative alle singole sei macro-aree vedono Bologna al secondo posto in Servizi, ambiente e salute e al terzo in Affari e lavoro. Per quanto concerne la Popolazione la nostra provincia conquista il quarto posto e si colloca al sesto per il Tenore di vita. Nell’area riferita al Tempo libero Bologna è al ventiseiesimo posto, mentre si posiziona in fondo alla graduatoria in tema di Ordine pubblico, classificandosi al centoduesimo posto.

L’ormai consolidata classifica annuale del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane utilizza numerosi indicatori che accomunano l’ambito di indagine del quotidiano economico a quello recentemente sviluppato dall’Istat e dal Cnel nell’ambito delle analisi sul benessere equo e sostenibile (BES) e a quello del progetto UrBES, la declinazione del BES in ambito urbano metropolitano. L’indagine, peraltro, pone a confronto territori spesso assai dissimili tra loro e risente, di anno in anno, di andamenti contingenti che non sempre permettono di comprendere le tendenze di fondo delle varie province esaminate. Allo scopo di fare emergere la performance di Bologna nel confronto tra le 21 grandi province con popolazione superiore a 800.000 abitanti nel medio/lungo periodo, il Dipartimento Programmazione del Comune di Bologna ha operato una sintesi riassumendo in un unico indicatore i risultati delle classifiche annuali consentendo un più corretto confronto tra ambiti territoriali più simili tra loro per dimensione demografica e non solo.

Sulla base dei piazzamenti riportati tra il 1998 e il 2013 Bologna risulta essere la prima grande provincia italiana nella classifica generale. Negli ultimi 16 anni ha infatti totalizzato 11 primi posti, scendendo due volte al secondo e al terzo posto e una sola volta al quarto. Lo studio evidenzia inoltre il piazzamento di Bologna in ciascuna delle sei aree tematiche. La nostra provincia è seconda in ben tre aree tematiche: in “Affari e lavoro”, preceduta da Vicenza, nel “Tempo libero”, collocandosi dopo Firenze, e per “Tenore di vita”, seguendo a ruota Milano. Bologna è quarta nell’area “Servizi, ambiente e salute” dopo Varese, Genova e Bergamo e dodicesima per la “Popolazione”, area nella quale si piazzano ai primi posti Treviso, Brescia e Roma. In tema di “Ordine pubblico” Bologna è al penultimo posto, seguita da Torino, mentre ai primi posti di questa area troviamo Treviso e Lecce.

Sono altresì consultabili le tavole relative alle classifiche degli ultimi sei anni per ciascuno dei sei parametri che vanno a determinare la posizione in ogni singola area tematica, per un totale di 36 indicatori.