Lo stato della salute e dell'ambiente in Emilia-Romagna

Pubblicati i primi due studi sullo stato della salute e dell’ambiente in Emilia-Romagna a confronto con le altre regioni italiane.
La comparazione avviene sulla base dei principali indicatori relativi alle dimensioni della salute e dell’ambiente utilizzati nella seconda edizione del "Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes 2014)”. Il Bes viene redatto a cura dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) e del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL), con l’obiettivo di analizzare gli elementi fondanti del benessere e del progresso in Italia e nei suoi territori. Nella sua continuità esso aspira a diventare un punto di riferimento per i cittadini, la società civile, i media e la politica al fine di avere un quadro complessivo dei principali fenomeni sociali, economici e ambientali che caratterizzano il nostro Paese. Le prime due dimensioni esaminate corrispondono a quelle maggiormente "votate" dai bolognesi nella rilevazione condotta lo scorso anno sulle dimensioni del Bes alla quale hanno partecipato quasi seimila cittadini e cittadine. A questi studi ne faranno seguito altri relativi ad ulteriori fattori del benessere risultati particolarmente importanti, ovvero la qualità dei servizi, l'istruzione e la formazione, il lavoro e la conciliazione dei tempi di vita, la sicurezza.

Indice di prosperità, l'Italia è al 37° posto su 142 paesi

E' quanto emerge dal "2015 Prosperity Index" (www.prosperity.com) elaborato da "The Legatum Institute". I punti di forza del nostro Paese sono la sanità, per cui siamo 22esimi, mentre il lato peggiore è la libertà personale, per cui siamo 48esimi.
Piazzamento non positivo nemmeno per l'istruzione, 47esimi, per l'economia 'tout court, 44esimi, per la pubblica amministrazione, 42esimi, come punto di attrazione del business, 41esimi, e per la sicurezza, 39esimi. Al primo posto, secondo l'indice, resta sempre la Norvegia, come da sette anni a questa parte, seguita da Svizzera, Danimarca, Nuova Zelanda e Svezia.
Meglio dell'Italia quasi tutte le nazioni Ue: l'Olanda è ottava, l'Irlanda decima, tredicesimo il Lussemburgo, 14esima la Germania, quindicesimo il Regno Unito, sedicesima l'Austria. Meglio del nostro Paese in ambito Ue anche la Spagna al 22esimo posto, la Polonia al 29esimo e la Slovacchia al 35esimo.
In fondo alla classifica troviamo la Repubblica Centrafricana, l'Afghanistan, Haiti, il Ciad ed il Burundi.

Presentato il Secondo Rapporto UrBes

Giovedì 23 aprile 2015 presso la sede dell'ANCI è stato presentato il "Rapporto Urbes sul benessere equo e sostenibile nelle città italiane" - edizione 2015.
Alla presentazione hanno partecipato Piero Fassino, presidente Anci e Sindaco di Torino e Giorgio Alleva, presidente dell'Istat, oltre ad alcuni sindaci e amministratori locali tra i quali la ViceSindaco del Comune di Bologna Silvia Giannini.
Il secondo rapporto sul Benessere equo e sostenibile nelle città offre una panoramica multidimensionale dello stato e delle tendenze del benessere nelle realtà urbane, applicando in termini omogenei i concetti e le metodologie del Bes. Esso integra una serie di avanzamenti nella capacità informativa sul benessere nelle realtà locali e nel rafforzamento della rete dei Comuni partecipanti, che aumentano da 15 a 29, comprendendo quelli capofila delle città metropolitane e altri Comuni aderenti al Progetto UrBes. Il rapporto è corredato dalle schede delle città, ciascuna delle quali costituisce il "Rapporto UrBes" del territorio esaminato, con il quale gli amministratori e i cittadini sono chiamati a confrontarsi.

Per saperne di più:
Rapporto Urbes sul benessere equo e sostenibile nelle città italiane - edizione 2015
Sintesi del Rapporto 2015
Scheda del Comune di Bologna
Sito Istat urBes

Italia al 23° posto (su 36) della classifica Ocse sulla qualità della vita

Questo è il risultato ottenuto dal nostro Paese secondo lo studio dell'Ocse ”How’s life” - un’anticipazione del rapporto che sarà divulgato in ottobre - presentato in questi giorni insieme al lancio della versione italiana del "Better Life Index (Bli)". 
Lo studio ”How’s life” si propone di definire come si vive nei 36 Paesi considerati attraverso 11 dimensioni. Le performance dei Paesi analizzati vedono il terzetto di testa (Australia, Svezia e Norvegia) con un indice sintetico intorno a quota 8, mentre le ultime (Messico e Turchia) sono sotto quota 4.  L’Italia si trova nella seconda metà della classifica (23ª) con un indice sintetico pari a 5,82. Andando più nello specifico, il nostro Paese si colloca nella parte alta della classifica (13ª su 36 Paesi) nel parametro conciliazione privato-lavoro (basato su due sotto-parametri, i dipendenti che lavorano oltre 50 ore la settimana e il tempo libero) e in quello del benessere economico (un 14° posto assegnato tenendo conto del reddito e della ricchezza delle famiglie). L'Italia si piazza invece nella parte finale della classifica (31° e 29° posto) nei domini dell’istruzione (dove si considerano diplomati, anni di studio e capacità cognitive) e del lavoro (che include occupazione, retribuzione, disoccupazione di lunga durata e precariato). Il dettaglio regionale ripropone le note disparità Nord-Sud: negli 11 indicatori, Bolzano, Trento ed Emilia Romagna - su 362 regioni Ocse - si piazzano nella fascia al top (soprattutto in tema di lavoro, sicurezza, reddito, salute e impegno civile). In fondo alla classifica troviamo Campania, Calabria, Puglia e Sardegna.
Per gli italiani che hanno usato il sito interattivo del "Better Life Index" (la maggior parte dai 25 ai 34 anni) i temi più importanti sono la salute, l’istruzione, la soddisfazione personale; i meno “sentiti” l’impegno civile, il reddito, la collettività.

Per saperne di piu:

http://24o.it/links/?uri=http://www.oecdbetterlifeindex.org/it/&from=Italia+al+23%C2%B0+posto+%28su+36%29+della+classifica+Ocse+sulla+qualit%C3%A0+della+vita+

http://www.oecd.org/newsroom/oecd-launches-better-life-index-in-italian-to-help-capture-the-essence-of-well-being.htm

http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2015/05/18/indice-benessere-ocse-italia-13ma_5835006c-6620-4227-8298-2639fffed4b4.html

Pubblicati i primi risultati dell'indagine 2013 sulla soddisfazione espressa dai cittadini dei 28 Paesi dell'Unione Europea rispetto alla qualità della vita

In occasione della Giornata internazionale della felicità che si celebra oggi 20 marzo, Eurostat ha pubblicato i primi dati emersi dall'indagine relativa al 2013 sulla soddisfazione espressa dai cittadini dei 28 Paesi dell'Unione Europea rispetto alla qualità della vita nelle rispettive nazioni. Si tratta dell'anticipo dei risultati di un lavoro più corposo in programma per giugno, svolto per la prima volta da Eurostat.
L'Italia si posiziona al diciannovesimo posto nella classifica del benessere. L'indice nazionale, fissato a quota 6,7, risulta infatti inferiore alla media europea e ai dati fatti registrare da tutti gli altri grandi Paesi Ue.
Alla domanda se il cittadino si senta soddisfatto o meno della propria vita, circa l'80% dei cittadini Ue a partire dai 16 anni risponde con una votazione almeno sufficiente (6 in una scala da 0 a 10). La soddisfazione media è di 7,1 punti. Con un risultato medio di 8, gli abitanti di Danimarca, Finalndia e Svezia si mostrano come i più appagati, seguiti da olandesi e austriaci (entrambi a 7,8). Sul versante opposto si collocano i cittadini della Bulgaria (4.8) di gran lunga i meno felici, seguiti da greci, ciprioti, ungheresi e portoghesi.
Se si guarda alla ripartizione per fasce di età, nel complesso della Ue si assiste generalmente a un diminuire della soddisfazione con l'avanzare dell'età. Quanto ai fattori che determinano la soddisfazione, il reddito non è al primo posto. Il fattore determinante resta la salute, tanto che i più felici risultano essere coloro che alla voce del benessere fisico danno un voto tra 7,9 e 10 punti. Seguono poi la situazione finanziaria, quella occupazionale e le relazioni sociali.